Assemblea, Comunicati del Conams, Seminari & Convegni – 12 gennaio 2018
NOTE DI REGIA
Nella filosofia greca il termine epochè stava ad indicare la sospensione avvertita come necessaria ogni qual volta non vi fossero sufficienti elementi per poter rendere un giudizio. L’epochè è, quindi, sospensione, una immaginaria stasi del pensiero giudicante che anela alla conoscenza prima ancora che al giudizio. La perfomance ha questo titolo perché custodisce, in primo luogo, un invito rivolto allo spettatore: quello di non affrettarsi a giudicare chi porta con sé il pesante marchio del carcere. L’invito ad ascoltare, attraverso l’universale linguaggio del teatro, chi si sente molto spesso inascoltato. Non a caso il teatro riesce a interrompere, sospendendolo, il normale flusso del tempo asservendolo ad un nuovo andamento ed è così che si resta, d’improvviso, sospesi. Questo reading è un progetto comune e condiviso: è la prima volta, nella esperienza italiana, che si esibiscono sullo stesso palco ed insieme magistrati di sorveglianza, detenuti, direttore ed operatori penitenziari, garante. È un viaggio nella evoluzione stessa del concetto di detenzione che passa attraverso le opere di Raffaele Viviani, Bob Dylan, Konstantinos Kavafis, Giorgio Gaber per raccontare cosa ha significato in passato e cosa oggi significhi l’esperienza carceraria. Questa performance racchiude un messaggio: siamo tutti attori, nessuno escluso, del destino della nostra società.
Solo esibendoci insieme, possiamo plasmarlo e modellarlo nel perseguimento del bene comune.